giovedì 31 maggio 2018

EVENTO CONCLUSIVO SCRITTORI SI DIVENTA E BLOGGER SI DIVENTA

Il giorno 28 maggio 2018, nella Biblioteca dell’Istituto della sede De Franceschi, si è svolto l’evento conclusivo dei progetti “Scrittori ribelli” e “Blogger si diventa”, che hanno interessato molto classi del biennio e del triennio.
Hanno partecipato all’incontro con gli studenti la giornalista Valentina Vettori, collaboratrice del Tirreno, e il prof. Lorenzo Cristofani, blogger e giornalista, raccontando la propria esperienza professionale e discutendo con i ragazzi sui temi affrontati durante le ore dei progetti.
Nella seconda parte della mattinata si è tenuta la premiazione dei lavori realizzati dagli studenti nelle seguenti categorie:
  • Categoria cartelloni: Lorenzo Innocenti, Lorenzo Ricca e Stefan Balint (III CK)
  • Categoria taccuino: Gaia Curia (II CK)
  • Categoria recensioni: Noemi Farace (IV CK)
  • Categoria Blog: Vergari Mattia (II CK), Federica di Sarno (IDbe), Rida Laamiri (IIIBMr).
Al termine delle iniziative, che ci auguriamo possano essere ripetute il prossimo anno scolastico e che hanno visto una proficua collaborazione tra i docenti delle due sedi, siamo felici di poter constatare che, anche in scuole ad indirizzo professionale, come la nostra, è stato possibile portare la scrittura al centro di un’attività laboratoriale che ha stimolato in modo inaspettato l’interesse e la creatività dei ragazzi e delle ragazze.

Prof.sse Arianna, Bargiacchi, Dabizzi, Ferraro





CHI SONO



Gli alunni di II CK hanno rielaborato una famosa poesia di A. Palazzeschi, Chi sono?, interpretandola in chiave personale e un testo di Ligabue, riadattandolo ai propri sogni e desideri, perché in fondo siamo tutti MEDIANI in questa vita!

Chi sono?
Chi sono?
Son forse una figlia?
No, certo.
Non trova che un sentimento
Il sangue dell’anima mia:
“rinnego”.
Son dunque un’amica?
Neanche.
Non ha che un nastro
Il regalo dell’anima mia:
“orgoglio”.
Un’amante, allora?
Nemmeno. Non c’è che un futuro
Nel cuore dell’anima mia:
“tradimento”
Son dunque…che cosa?
Io metto una pezza
Davanti al mio cuore
Per farlo vedere ai miei amati.
Chi sono?
L’illusione dell’anima mia.

Gaia, II CK


Chi sono?
Chi sono?
Son forse un DJ?
No, certo.
Non gira che un disco, ben strano,
il lettore dell’anima mia:
“allegria”.
Son dunque un pilota?
Neanche.
Non ha che una ruota
la moto dell’anima mia:
“euforia”.
Un meccanico, allora?
Nemmeno.
Non c’é che una chiave
nella cassetta dell’anima mia:
“follia”.
Son dunque...Che cosa?
Io metto una lente
davanti al mio cuore
per farlo vedere alla gente.
Chi sono?
Il pazzerello dell’anima mia.
Andrea, II CK
Una vita da..
Una vita da mediano
a recuper bulloni
nato senza istruzioni
lavorare sui macchinoni
una vita da mediano
con dei compiti precisi
a riparare certe cose
a lavorare decisi

sempre lí
lí nel mezzo
finché ce n’hai stai lí

una vita da mediano
da chi si impegna sempre poco
che l’impegno devi metterlo
a chi sembra un videogioco 

una vita da mediano
Che natura non ti ha dato
Nè la conoscenza del mestiere
nè il mio istinto sfrenato 

Andrea, II CK





Una vita da…scrittore
Una vita da scrittore
a scrivere libri dell’orrore,
nato senza rancore
lavorando con il proprio terrore

Una vita da scrittore
creare e immaginare il terrore,
creare la suspanse e il genere thriller,
assaporando il gusto dell’indescrivibile,
trasformandolo in una cosa terribile

sempre lí
lí nel mezzo
finché ce n’hai stai lí
stai lí
lí nel mezzo
finché ce n’hai
finché ce n’hai
stai lí.

una vita da scrittore
a scrivere incubi soprannaturali
dividendo le mie storie in tanti portali
con il sangue che azzanna la mente
colui che non controlla la sua curiosità si pente

una vita da scrittore
non pensare mai alle persone,
perché alla fine stai creando te la tua storia
elimina i tuoi ostacoli dal cuore,
nutri la tua immaginazione.

sempre lí
lí nel mezzo
finché ce n’hai stai lí
stai lí
lí nel mezzo
finché ce n’hai
finché ce n’hai
stai lí.






lunedì 7 maggio 2018

PADULE DI FUCECCHIO


“Che sorpresa il Padule di Fucecchio!!! Una escursione diversa immersi nella natura.”

Giovedì 3 maggio le classi 2PT e 2ABA accompagnate dai docenti Alessio Bartolini, Anna Di Matteo e Riccardo Fagioli si sono recate con i mezzi pubblici a visitare la riserva naturale faunistica "Le Morette" al Padule di Fucecchio località Castel Martini, Larciano.
Il Padule di Fucecchio ha un'estensione di circa 800 ettari chiusi tra la provincia di Pistoia e quella di Firenze con un piccolo lembo in quella di Lucca. Questa area, seppur ampiamente ridotta rispetto all'antico lago-padule che un tempo occupava gran parte della Valdinievole meridionale, rappresenta tutt'ora la più grande palude interna italiana. L'area è totalmente inclusa nella Rete Natura 2000 nata per la tutela delle emergenze naturalistiche, storiche ed ambientali. In questa rete le provincie di Pistoia e Firenze hanno creato riserve naturali su una parte di questo bacino palustr
e. La riserva naturale istituita dalla Provincia di Pistoia nel 1996 ha una superficie di circa 200 ettari ed è divisa nelle due aree de "Le morette" e "La monaca Righetti".
La restante parte del bacino palustre è classificata come area contigua. Nella riserva naturale viene praticata una gestione che comprende il controllo della vegetazione, il recupero ambientale degli specchi d'acqua libera, nonché opera di manutenzione tese ad incrementare le opportunità di visita.
La classe si è recata alla riserva utilizzando due mezzi pubblici, il primo dalla stazione ferroviaria di Pistoia a via Cavour Monsummano ed il secondo dalla città del poeta Giuseppe Giusti, molto amato da Patrik Merla, fino alla riserva in Pazzera Castel Martini.
Gli animali presenti al Padule sono molti. Particolare rilievo naturalistico assumono gli aironi che costituiscono qui una vera e propria "città degli aironi". L'airone è presente in sette specie la Nitticora, Garzetta, Sgarza ciuffetto, l'Airone guiardabuoi, l'Airone cenerino, Airone bianco maggiore e quello rosso.
Trai mammiferi oltre all'invadente Nutria va ricordato il caratteristico Topolino delle Risaie. Da segnalare anche la recente intromissione nel territorio del Padule del gambero killer della Louisiana che sta purtroppo facendo molti danni all'ecosistema dell'area protetta.
Le classi, una volta conclusa l'escursione all'aperto, hanno visitato il centro di documentazione e potuto ascoltare dal prof. Bartolini molte spiegazioni su quanto conservato nel centro e sui lavori e le tradizioni che tempo fa erano la vita degli abitanti di Larciano e zone limitrofe.


2APT Denis Lacinaj, Jonathan La Greca, Riccardo Tusha, Patrik Merla, Matteo Ferroni PACINOTTI DE FRANCESCHI   coordinatore prof. Riccardo Fagioli

ELVIS E' VIVO!!!!




"Elvis Presley è vivo!!! Nel paradiso delle fake news la morte non è contemplata."

Da quando Elvis Presley è deceduto il 16 agosto 1977 si sono moltiplicate notizie che non solo ne mettevano in discussione la morte, ma addirittura confermavano la sua permanenza in vita. La cosa che si sa per certo è che quando è stata eseguita l'autopsia al cadavere sono stati estratti dal corpo sia il cervello che il cuore e quindi se, effettivamente fosse ancora in vita, il Re del Rock and Roll se ne andrebbe in giro per il mondo proprio senza questi due organi vitali. Ad ogni modo, spulciando sulla rete si scopre che l'artista che ha venduto oltre un miliardo di dischi in tutto il mondo, interpretato 33 film, tenuto più di mille concerti, fa ancora notizia. Le notizie circa la sua permanenza in vita le abbiamo trovate su Linkiesta.it., Il Giornale.it, La stampa.it, Il fatto quotidiano.it e su molti altri siti, blog, articoli, documentari in rete e servizi televisivi di network nazionali. Accanto a queste presunte rivelazioni circa Elvis vivo sono anche citati alcuni dati reali come il fatto che il cantante dalla propria morte continui a vendere più dischi della maggior parte dei colleghi ancora in vita e che la sua dimora a Memphis Graceland sia il secondo museo statunitense più visitato dopo la Casa Bianca. Venendo però alle motivazioni che giustificherebbero la permanenza in vita di Elvis the Pelvis abbiamo trovato che le diverse fonti concordano su queste:-Elvis è stato visto un po’ ovunque, come a Kalamazoo in Michigan dentro un fast food.-Nella bara era stata messa una statua di cera che aveva poi cominciato a fondersi a causa del caldo.-Quando Elvis venne portato all’ospedale nel mese di agosto del ‘77, un’infermiera lo guardò e disse: “Non è Elvis Presley”.
-La cantante Gloria Estaphan ricevette una telefonata da lui mentre era in ospedale: il numero di Gloria era privato e solo il vero Elvis poteva telefonarle. -Sulla lapide è inciso il nome “Aaron”, il secondo nome di Elvis si scrive “Aron” con una sola “a”. Ma perché Elvis Presley avrebbe dovuto fingere la propria morte? Semplice. Era profondamente infelice e aveva bisogno di fuggire, come avrebbe affermato lui stesso. Altre teorie immaginano Elvis alle Bermuda perché alla ricerca di una vita lontana dalla fama, un’altra che un elicottero nero l’abbia portato via da Graceland poco prima che venisse annunciata la sua morte, c’è chi l’ha visto addirittura in una scena del film “Mamma, ho perso l’aereo” del 1990. Alcuni dicono che sia partito sotto il falso nome di Jon Burrows per Buenos Aires il giorno dopo l’annuncio della sua scomparsa. C’è chi pensa che invece sia entrato nel programma di protezione testimoni perché ricercato dalla Mafia. Uno degli avvistamenti più recenti è avvenuto proprio a Graceland nel gennaio del 2017, dove è stato notato un uomo con un cappello da baseball e barba bianca molto simile al “Re del rock” durante una cerimonia. Non c’è nessuna prova che Elvis Presley sia vivo. I cosiddetti avvistamenti possono aprire uno spiraglio nel cuore dei fan e dei curiosi, ma è normale che la morte di una figura così nota generi fenomeni del genere. La sua morte è più che certa ed è ben documentata dalla quantità di farmaci che stava assumendo. Quale morale possiamo trarre da questo articolo? Possiamo dedurre due cose: La prima è che i fan innamorati del cantante non accettino la morte del proprio idolo e per questo continuino a credere che sia in vita. La seconda è che sicuramente dietro a tutto questo parlare di Elvis vivo ci sia anche il grande mercato discografico che continua a guadagnare su ciò che il cantante ha inciso nel corso della sua carriera. Ciò che sorprende è rendersi conto di come una notizia tanto inverosimile e falsa continui a riempire pagine su pagine di giornali di tutto il mondo.

Gli studenti e studentesse 2 ABA Pacinotti coordinatore prof. Riccardo Fagioli

DIPENDENZA DA VIDEOGIOCHI, PER L'OMS UNA NUOVA MALATTIA



Parliamo di un fenomeno sempre più attuale e preoccupante. Negli ultimi anni, infatti, è cresciuto esponenzialmente  il numero dei videogiocatori e delle applicazioni relative alla sfera ludica.
Fino all’anno scorso tale fenomeno destava scalpore senza un riscontro scientifico, mentre, a partire da gennaio 2018, la dipendenza da videogiochi è ufficialmente entrata a far parte della lista internazionale delle patologie dell’Organizzazione mondiale della sanità. L’Oms parla infatti di “gaming disorder” cioè dell’uso compulsivo dei videogiochi fino ad arrivare ad una  vera dipendenza, come il gioco d’azzardo.
Per capire se una persona è affetta da questa malattia vi sono tre elementi fondamentali: il primo riguarda l’intensità e la durata di utilizzo del gioco, che è spesso fuori controllo; il secondo è la priorità che il videogioco acquisisce rispetto agli altri aspetti della vita, come la scuola, il lavoro o la famiglia; il terzo riguarda il continuare a giocare anche se si è consapevoli delle conseguenze negative.
In Italia questo fenomeno non è ancora ben controllato, mentre in altri paesi si sono già adottate diverse misure. Ad esempio, in Cina e in Corea sono state introdotte delle leggi per limitare o impedire l’uso dei videogiochi ai minori 24 ore su 24. In rete ci sono comunque molti video e approfondimenti al riguardo (qui, qui e qui).
I giochi più praticati sono “League of Legend”,  gioco di guerra con altri utenti online, e “Minecraft”, sia in modalità individuale che online tra diversi giocatori in lotta tra loro. Mentre “League of Legend” sfrutta la connessione a internet ed è gratuito, il secondo è a pagamento e anch’esso utilizza una connessione di rete.
Nonostante le loro differenze, un elemento in comune con i due giochi è l’essere basati sulla rivalità tra due giocatori opposti che mette le persone le une contro le altre. Inoltre entrambi si basano sulla violenza e la fanno quindi vedere come un elemento non pericoloso, come fosse per l’appunto un gioco.
Per contro, tuttavia, in vari casi è stato riscontrato che Minecraft, videogioco della casa produttrice Mojang, aiuta a trasporre l’interiorità di un bambino autistico su una piattaforma dove può liberare la sua creatività e grazie a tutto ciò riescono ad aprirsi meglio con il resto del mondo. Le cronache raccontano pure varie storie di bambini che hanno iniziato a parlare con i propri genitori solo dopo varie sessioni di Minecraft: ciò ci può far pensare che nonostante gli aspetti discutibili l’uso sistematico di videogiochi possa dare anche utilità a livello relazionale.
Si possono riassumere alcuni  aspetti che concorrono a sviluppare o che comunque caratterizzano la dipendenza da videogiochi. In primo luogo la scappatoia temporanea: nel mondo di oggi, la maggior parte degli adolescenti e dei ragazzi cerca delle vie di fuga usando i videogiochi, per allontanarsi dai problemi che si ritrovano davanti, impiegando la tecnologia come un’altra realtà.
 Esiste poi l’aspetto “social”: giocando e chattando insieme agli altri utenti online, i giocatori credono di socializzare, anche se in realtà comunicano davanti a uno schermo, cosa diversa da uno scambio reale.
 Non va dimenticato inoltre la competizione: tutti i videogiochi pongono una sfida al giocatore che tende a prevalere sull’avversario; sotto questo aspetto può emergere il rischio della banalizzazione della violenza. O del ritenerla normale, magari a discapito di altre maniere più sportive di rapportarsi con gli amici e di affrontare una competizione.
Infine, ma non per importanza, ogni videogioco offre la possibilità di un progresso costante e misurabile: all’inizio le difficoltà sono molto limitate e aumentano progressivamente; premi e ricompense invogliano a proseguire nella competizione.
Questi fattori presi singolarmente non riescono a creare il meccanismo di dipendenza, ma se considerati tutti insieme costituiscono un mix letale.
Nonostante il grave effetto sulla psicologia dei giocatori, la dipendenza da videogiochi influisce anche molto a livello fisico. I problemi che può causare in sé e per sé la dipendenza sono vari, cercando notizie e informazioni sul web si incontra: disturbi del sonno, isolamento, aggressività, obesità, ansia e depressione, variazione della frequenza cardiaca e infine l'alterazione dello zucchero nel sangue. Di conseguenza non è solo la mente a soffrire per causa di questa malattia ma anche il corpo.
Per citare qualche statistica: seconda un'indagine condotta da Peter Pan Onlus, un bambino italiano su tre tra gli 11 e 13 anni soffre di ansia e disturbi psicosomatici, e cioè che hanno origine da cause psicologiche e in seguito vengono fuori con sintomi esterni. Inoltre l'Istituto di Ortofonologia di Roma ha condotto nel 2014 una ricerca che ha evidenziato che l'85 % degli adolescenti predilige videogiochi aggressivi e non sopporta la sconfitta.
Negli ultimi anni lo scrittore Peter Gray ha pubblicato un libro intitolato “Lasciatemi giocare” dove sottolinea sempre l'aspetto della dipendenza. Inoltre afferma che il problema non è solo dei ragazzi/adolescenti ma anche dei genitori, che dovrebbero insegnare loro l'importanza della socialità, della compagnia, l'affetto e l'attaccamento.
Insomma, il confine tra uso prolungato e dipendenza con effetti devastanti sulla salute è molto labile, così come contrastanti  le opinioni in merito alla reale possibilità dei videogiochi di migliorare la qualità della vita.
R. Laamiri, L. Bedin